Ciao tu,
questa newsletter è stata un giorno al mare ed è rinata.
Ho fatto molti bagni e l’acqua era fredda, ma in un’altra vita probabilmente ero un pesce o un’alga perché io ammollo ci starei sempre.
Le piante rappresentano l’87% della biodiversità ed è la quota vegetale a definire lo stato di salute della vita sulla Terra. Dipendiamo da loro. Dipendiamo dal fatto che in natura non esiste il meglio, siamo noi umani a pensare d’essere i migliori tra gli esseri viventi. Che sbaglio, "se dovessimo metterci in gara con tutte le altre specie viventi, l'obiettivo in base al quale si decreta il migliore è la sopravvivenza" ci spiega Stefano Mancuso. Le piante c’erano già dodici mila anni fa.
Ci penso quando le guardo, quando le incrocio e rubano tutta la mia attenzione. Ci penso dopo averne uccise tante solo innaffiandole, facendo una cosa che apparentemente doveva farle stare bene. E invece.
Le piante non hanno istruzioni, o meglio le hanno ma è il contesto a fare la differenza, come succede a noi umani. E allora prima di acqua, luce e parole, devi osservarle.
Che pigrizia a volte guardare gli altri, guardarli per davvero.
Le mie piante cercavano un’altra luce. Volevano farsi belle per i vicini mica per me, tutte rivolte verso di loro. Le mie piante non volevano acqua, mentre tutti continuavano a ripetermi che erano secche e avrei dovuto innaffiarle. Le mie piante non volevano vasi più grandi.
Adesso la finestra dello studio quasi non la apri, perché davanti ci ho messo tutte le piante che ho. Non troppo appiccicate se no le foglie sanno anche bruciarsi. E basta marciume radicale, questa casa trattiene abbastanza umidità per tutti. Quando hanno sete s’ammosciano, si accartocciano, s’ingialliscono, fino a cascare. Le foglie parlano, le piante parlano, ma le devi guardare.
Ed eccomi lì, seduta alla scrivania di lato alla finestra ad ascoltare storie non mie, quando mi sento osservata da una piccola fogliolina, d’un verde pallido, timida ma con tutte le sue venature al suo posto, insieme all’altra un po’ più grande che è venuta fuori col Natale, è lei a guardarmi adesso, vanitosa e piena di sé mi grida la sua presenza. Le persone come le piante le devi guardare, non una, più volte, da diversi spazi di osservazione. Lascia che rubino la tua attenzione. Scoprirai radici, venature e sfumature di verde dove prima c’era solo uno stelo.
Le persone sono come le piante, intrepide provano a sopravvivere.
Questo è quello che ho imparato nell’ultimo lavoro di scrittura che ho fatto con un gruppo di più 120 persone. Se vuoi lavorare con me da settembre scrivimi.
SCRIVI
Scrivi come sarebbe mostrare tutte le tue cicatrici con leggerezza
RESPIRA
Qui racconto di come l'immaginazione sa essere uno strumento di libertà e ribellione e ci rende resistenti
FAI PRATICA
Non ti vergognare di chi sei anzi fanne la tua cifra.
Per rammendare le fratture dell'umanità e tra l'umanità e il pianeta è necessario rimettersi in cammino e imparare a dire "noi" non soltanto per indicare la nostra tribù, ma l'intera specie umana e la biodiversità di cui è parte. Siamo tutti legati in un'unica rete Esposizione internazionale Triennale Milano - Inequalities
è tempo di concimare,
Simona
È un periodo che anch'io sto ragionando tanto sulle piante, quanto mi ossessionano gli alberi, quanto siano metaforicamente collegati al concetto di famiglia di provenienza, quanto sia necessario osservarli. Il libro di Tristan Gooley 'Leggere gli alberi' è stata per me un' epifania bellissima.
Grazie di questa riflessione🙏