La nota più difficile è la gioia
il verso che dà il titolo a questa sezione è di Gianluigi Gherzi da Alfabeti della gioia
Ciao tu,
credo d’esser diventata un’adulta. Tra aprile e maggio ho chiamato un’ambulanza (non per me), ho salvato il condominio da un incendio, ho mandato indietro un contratto sbagliato, mi sono svegliata presto per fare ginnastica, ho pensato alla dieta ogni minuto e ho continuato a mangiare, ho dimenticato tutti i compleanni, tutti. Poi sono andata in vacanza una settimana e ho dormito.
Per i primi tre giorni non ho nemmeno letto. Ho fissato il mare, fatto lunghe passeggiate sulla sabbia e ho fatto il bagno tutte le volte che usciva il sole.
Nel mentre mi son sentita molto amata, ho ricevuto un libro di poesie accompagnato da un biglietto prezioso e ho ricevuto affetto da colleghi e amici riuniti tra rose e ravioli cinesi. Improvvisamente mi sento piena di gratitudine, è una bella sensazione. E ho scoperto che i grazie tirano grazie.
Aderisci alla tua visione
Ho fatto la tavola delle visioni. L’ho fatta mentre non c’è il marito intorno, il lavoro è fermo, il telefono è spento.
Prendi un foglio e scrivi che tipo di vita vorresti. Dimenticati degli altri e scrivi solo quello che vuoi tu, quello che sta nel tuo intimo tra le scapole e il diaframma sempre contratto. Immagina il futuro, io scelgo quello a breve termine e mi concentro su dove vorrò essere. Dove vorrai stare? Come ti vedi? Puoi dargli la forma che vuoi, io gli ho dato quella dei fumetti. Un cerchio al centro dove ci ho scritto IO e sei fumetti, uno per argomento che sembrano parlare a quell’io.
In ogni spazio scrivi cosa ti appagherebbe davvero, cosa ti dà soddisfazione.
Io uso carta e matita, per me con la matita fluisce tutto meglio, ma tu usa ciò che preferisci.
E mi chiedo in quel futuro
come vorrei sentirmi
che relazione amorosa sto coltivando
che lavoro faccio e di cosa vado fiera
come me la cavo con amici e famiglia
com’è cambiata la mia casa
quali sono le cose di cui sono grata, quali ho fatto bene, quanto mi sto volendo bene
Questo scrivere ha a che vedere coi fili. Quei fili invisibili che tiriamo anche se non facciamo nulla. Quei fili che seguiamo per vedere cosa c’è in fondo. Quei fili che ci tirano.
La tavola delle visioni è un un filo che tiro per non perdere la direzione. Non tutto andrà come spero, ma saprò che è lì che voglio arrivare. È un po’ come scegliere la meta delle vacanze. Tiro un filo e mi ci aggrappo, fino a raggiungere l’altro capo.
Quando facevo i laboratori di teatro coi bambini - in un’altra vita - c’era un libro che rileggevo sempre, un libro sui fili che sono dappertutto (Fili di Beatrice Masini). Lo leggevo per crearne nella mia testa e tirare fuori le idee migliori.
I fili sono legami. Ma sono anche promesse che prendiamo con noi stessi o sono fili che affidiamo agli altri tendendoli o lasciandolo molli.
Le strade sono fili che uniscono le persone.
Io a Rovigo ho conosciuto Laura. Laura mi ha presentato Francesca e Matteo che mi hanno raccontato di questo borgo. Un piccolo borgo, un borgolento, dove l’Adda incontra il Po in una foresta di tigli. E a fine giugno vado in quel borgo per fare un laboratorio di scrittura e giocare con le parole e le cose. Prima di tutto sono andata a perlustrare la zona, che i luoghi prima di animarli bisogna viverli.
La rassegnascianca
Leggi qui e tieniamo gli occhi aperti insieme, confesso di avere un po’ paura.
Ho letto un po’:
Da Manifest: 7 steps to living your best life ho preso la tavola delle visioni
Da Oro di Federica Pellegrini ho ripreso la voglia di routine e di normalità creativa
Da Nuoto Libero ho ripreso ad andare in piscina
La lista
Ho letto anche Enzo Mari (25 modi per piantare un chiodo), che era un progettista e anche uno che vedeva lontano. Parla di forme e di cose utili. Allora ho pensato perché non abbozzare una lista di cose utili per me?
Che cosa ti sembra utile?
L’ombra degli alberi
La farina integrale
Le medicine
L’assicurazione medica
La tuta
Il medico di base
Il caffè
Il cacciavite
Le scarpe impermeabili
La giacca impermeabile
Le pause
Se tutto ciò che abbiamo sotto agli occhi ci paresse utile, non ci sarebbe ragione di progettare alcunché,
progetta il tuo mondo e sudaci dentro,
Simona
Che balsamo le tue parole. Menomale che ci sei Simona